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Sunday, 20 April 2025
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              L’asserita apparizione a Maria

 

 

 

 

 

Il fatto che Maria non venga citata tra coloro a cui apparve il Risorto non può non recare imbarazzo all’apologetica. Tanto che può capitare che qualcuno incidentalmente, e distrattamente, la includa addirittura tra le donne che, dopo aver assistito alla Passione e alla sepoltura, si ritrovano “accanto al sepolcro, all’alba del giorno di Pasqua; infine davanti al Risorto stesso, per raccoglierne le prime parole della vita nuova. Maria madre di Gesù, Maria di Magdala, Maria di Cleofa […]” (DCR  31).

 

La strategia difensiva comunque è semplice: si afferma che l’apparizione alla madre senza dubbio vi fu, benché non venga menzionata.

Sant’Ignazio affermava provocatoriamente, rivolgendosi agli increduli: “Siete anche voi senza cervello?” Si tende a dire insomma che si tratta di cosa tanto ovvia che non occorreva neppure ricordarla.

 

Oppure, semplicemente, non si dà alcuna spiegazione. Messori si limita a citare Lagrange, “il famoso biblista”, il quale scrive: “La pietà dei figli della Chiesa tiene per certo che il Cristo risuscitato apparve prima di tutto alla sua Santissima Madre”.

Basta così: la Chiesa ne è certa. Se poi si vuol proprio sapere perché ne è certa, beh, si supplisce con un briciolo di fantasia. Prosegue infatti Lagrange: “Gesù ha consacrato esclusivamente a lei e a san Giuseppe trent’anni della sua vita nascosta: come non avrebbe avuto ella, per sé sola, il primo istante della vita nascosta in Dio del suo Unigenito?”

Da dove il biblista abbia ricavato che Gesù consacrò esclusivamente ecc. ecc., non sappiamo. Forse ha avuto informazioni riservate. O semplicemente risponderebbe che la Chiesa lo tiene per certo. E così, risalendo di certezza in certezza, si perviene alle vette dell’esegesi.

 

È chiaro comunque che Lagrange e tutti gli innumerevoli altri che la pensano come lui hanno ragione su un punto: è inconcepibile che Gesù non abbia riservato la sua prima apparizione alla Vergine della mariologia, della Tradizione, della devozione

Ma il discorso da fare è esattamente l’opposto se consideriamo la Vergine della Bibbia. In questo caso, visto che non vi è, in tutti i vangeli, un solo accenno affettuoso di Gesù verso la madre, ma solo prese di distanza più o meno brusche (lo riconosce senza mezzi termini persino il supermariano Grignion de Montfort, nell’incipit del “Trattato della vera devozione”, in un passo che i mariologi ovviamente non citano mai), la mancata apparizione a Maria risulta pienamente in linea con quanto ci dice, concorde, il Nuovo Testamento.

In altre parole, ci troviamo di fronte all’ennesimo sgarbo del Cristo alla madre.

 

Del resto, come ricorda anche Giovanni Paolo II in una sua catechesi mariana, si deve aspettare sino al V secolo perché qualcuno, il poeta Sedulio, finalmente si accorga di quanto sia sconveniente che quella che già è riconosciuta come theotókos (la proclamazione ufficiale sarebbe avvenuta qualche anno più tardi) non sia stata a suo tempo gratificata di alcuna apparizione del figlio risorto; sicché il devoto poeta provvede in un suo inno ad informarci che la Vergine ebbe addirittura l’onore della prima cristofania.

 

Ma come si spiega questa “dimenticanza” da parte degli evangelisti? La risposta più semplice ci pare questa: l’apparizione alla madre non rientrava nella “linea teologica” di nessuno di loro, quella linea teologica in base alla quale, ci si assicura, essi sceglievano, tra i dati a loro disposizione, quelli da presentare ai loro lettori.

Questo di fatto equivale a dire che non rientrava nella loro linea teologica Maria, che in effetti è addirittura praticamente assente nei testi più antichi del Nuovo Testamento, quelli di Marco e di Paolo.

Oppure, almeno per quanto riguarda quest’ultimo, si dovrà dire che la testimonianza di Maria, in quanto testimonianza di una donna, era considerata insignificante; sicché l’apostolo non la cita nel suo elenco di apparizioni nella Prima Lettera ai Corinzi per lo stesso motivo per cui non cita le altre donne.

 

Non serve dire, come fa Giovanni Paolo II, che “gli evangelisti non parlano del fatto perché, trattandosi della madre, la testimonianza poteva apparire interessata e quindi non attendibile”. Come se gli evangelisti non ci raccontassero una quantità di cose molto meno attendibili di questa!

L’argomento è comunque risibile per più ragioni:

 

1) scopo dei resoconti pasquali non può essere esclusivamente quello di dimostrare l’avvenuta Risurrezione;

2) l’apparizione alla madre sarebbe stata solo una tra le molte che vengono ricordate, e non avrebbe dovuto quindi portare tutto il peso della testimonianza;

3) semmai, più “interessate”, e quindi più sospette, dovevano risultare le apparizioni ai Dodici, e ai discepoli in generale.

 

Dire poi, come fa sempre il Papa, che “i Vangeli non ricordano tutte le apparizioni, come risulta dall’elenco che ci dà Paolo”, è argomento inconsistente sino all’ingenuità: il rimedio è peggiore del male, perché l’apparizione alla Vergine, come abbiamo visto, non figura neppure nell’elenco di Paolo. Sicché  dovremmo dedurne che era considerata per così dire “di terza categoria”.

 

Tra le varie singolari spiegazioni offerte dalla Tradizione e dall’apologetica per giustificare la mancata menzione della Vergine a Pasqua vi è quella, ricordata da Sergio Gaspari (RM 11.12.05), che punta sul fatto che Maria la sua Pasqua l’aveva avuta già all’Annunciazione, in cui le era stata predetta la missione di Gesù.

A tanto acume è impossibile controbattere.

 

È da notare che nel caso dell’apparizione del Risorto alla madre non si può addurre neppure la giustificazione che si allega per spiegare la mancata menzione, in Marco e in Paolo, del concepimento verginale: qui non si correva certo alcun pericolo che Maria divenisse oggetto di una “deificazione” di stampo pagano.

E neppure si può sostenere, come invece spesso si fa, che l’apparizione non viene ricordata in quanto fatto privato, che riguarda solo la madre ed il figlio. Sul Calvario infatti Maria, con l’affidamento di Giovanni, era già stata di fatto proclamata madre di tutti i credenti, almeno secondo quanto oggi la Chiesa sostiene dopo aver cominciato a scoprirlo otto o nove secoli fa.

 

A lei quindi, madre dei credenti e madre della Chiesa, nonché di fatto “corredentrice” per la sua presenza sul Calvario, toccava semmai l’onore della prima apparizione del Risorto.

L’apparizione alla Vergine – meglio se apparizione “privilegiata” per tempi e modalità - avrebbe costituito uno splendido esempio di “cristofania fondante la Chiesa” (Kirchengründende Christophanie), per usare un’espressione cui ricorre anche Messori. Sicché possiamo parlare di un’occasione perduta.

 

A questo punto vi sarebbe poi da considerare tutta un’altra serie di problemi, relativi al tempo e al luogo di questa presunta apparizione.

Dato che si deve supporre che Maria abitasse insieme alle pie donne, ci si chiede se per apparirle Gesù le abbia fissato un appuntamento particolare, segreto, al quale lei si sarebbe recata furtivamente, previa menzogna per ingannare e depistare le ardenti compagne già pronte a recarsi di buon mattino al sepolcro per ungere il cadavere. Una sorta di “bidone”, insomma, necessario perché Maria potesse fruire “in solitaria” di questa apparizione privilegiata e rimasta nascosta a tutti.

 

Secondo padre Livio, Maria non andò al sepolcro con le compagne perché sapeva già che il sepolcro era vuoto. Questo configura ancor meglio quella sorta di truffa di cui si è detto.

In ogni caso, resterebbe il problema di conciliare questa consapevolezza, da parte della Vergine, con la terribile angoscia che si sostiene da lei vissuta durante il sabato (è questo un tema che torna spesso nelle domande degli ascoltatori di Radio Maria).

Sempre tenendo conto, infine, della necessità di non far trapelare nulla di questo turbine di sentimenti contrastanti.

 

In particolare, appare strano che la Vergine non abbia detto nulla a Giovanni, che le era appena stato affidato come figlio. Ma è chiaro che se si fosse confidata con lui sarebbe venuto a cadere il merito della priorità del discepolo prediletto nell’approccio alla fede, il famoso “vide e credette”.

Francamente, si ha l’impresssione che a questo discepolo interessi soprattutto inscenare l’affidamento sul Calvario per figurarvi come protagonista (v. L’asserita presenza di Maria sul Calvario). Dopodiché la Vergine non è più così importante per lui, che può procedere da solo nel suo cammino verso il primato nella conquista della fede.

Sicché allo spuntare della domenica pasquale Maria scompare anche dall’orizzonte del quarto evangelista.

 

 

 

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