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Satana a Medjugorje
Parlando della querelle tra i vescovi di Mostar e i frati francescani abbiamo richiamato l’attenzione sull’operato di chi, direi quasi statutariamente, si contrappone al Cielo: Satana, ovvero il Demonio, ovvero il Maligno. Di lui dobbiamo adesso occuparci sotto un aspetto assai più importante per l’insieme del fenomeno Medjugorje: la sua azione di contrasto alla Vergine per far fallire la strategia celeste di salvazione del mondo mediante le apparizioni. Cerchiamo pertanto di mettere a fuoco innanzitutto la sua identità e le sue modalità d’azione quali ce le presenta la teologia ufficiale della Chiesa, tenendo naturalmente presente la problematica specifica di Medjugorje. Il dualismo Il cristianesimo, si sa, è una religione che si può definire “monistica”. Monistica non nel senso ontologico, dato che distingue e contrappone Dio e il mondo, il Creatore e le creature; ma certo nel senso teologico, in quanto non contempla il dualismo “etico”, ossia la presenza di due principi coeterni, l’uno del bene l’altro del male, impegnati a contendersi l’uomo e il mondo. Satana, incarnazione e artefice del male, appare sempre subordinato a Dio; nel corso dei secoli, le deviazioni da tale posizione dogmatica si sono concretate in varie eresie, quali ad esempio lo gnosticismo, il manicheismo, il donatismo, l’eresia catara e albigese. E di tanto in tanto tornano a presentarsi, in forma più o meno dichiarata. Ma, a dispetto di tutto questo, resta il fatto che il cristianesimo, sedicente religione monistica, in realtà funziona come una religione dualistica: Satana è indispensabile all’esplicarsi della dinamica peccato/salvazione, caduta/redenzione, in cui si esprime la sostanza più profonda del messaggio evangelico e della fede cristiana (Gesù, dice l’angelo a Giuseppe, “salverà il suo popolo dai peccati”). Se Satana non esistesse bisognerebbe inventarlo, insomma. Ma inventarlo non occorre, dato che c’è e gode ottima salute. In particolare, nel caso che qui ci interessa, ossia a Medjugorje, Satana mostra una vitalità eccezionale. Arriva persino, già s’è accennato, a “impadronirsi di una parte del progetto” di Maria, che egli mira a “far suo” (agosto 1985); e la Vergine se ne mostra preoccupatissima, tanto da chiedere preghiere straordinarie per vincere il temibile avversario. “Satana è forte”, non si stanca di ripetere; tanto forte da voler mostrare agli uomini, dice sempre Maria, che la sua forza è superiore a quella di Gesù. E tanto forte, aggiungiamo noi, da indurre padre Livio a scrivere, dopo “Il falsario”, addirittura un libro su “Satana nei messaggi di Medjugorje”. Ma, soprattutto, in un messaggio straordinario del Capodanno del 2001 la Madonna ha invitato a consacrarsi al suo Cuore e al Cuore di suo Figlio, precisando: “In modo speciale adesso che Satana è sciolto dalle catene”. Col che ha praticamente ufficializzato il concetto che all’inizio del terzo millennio il Demonio gode della più ampia libertà d’azione. Nella cittadina bosniaca Satana mostra poi una singolare caratteristica: raggiunge puntualmente la Madonna ovunque ella si rechi insieme al suo divin Figlio (v. messaggio a Mirjana del 28. 01. 87); sicché dovremo dedurne che a Medjugorje la presenza di Satana è fortissima e ininterrotta. Chi va a Medjugorje, verrebbe da dire, finisce praticamente nelle grinfie di Satana. Questo, all’occorrenza, può servire a spiegare alcuni eventi negativi che si registrano sul luogo stesso delle apparizioni, culla dell’insegnamento e della pastorale di Maria. Naturalmente, come sempre in questo campo, possiamo trovare messaggi che dicono esattamente il contrario: “Io amo questa parrocchia e la proteggo contro ogni attività di Satana” (11. 07. 85); “Col vostro aiuto io posso fare tutto e costringere Satana a non indurvi al male e ad allontanarsi da questo luogo” (04. 09. ’86). Per di più, padre Livio - nel tentativo di spiegare come mai la Madonna, impegnata nel drammatico urgente compito di gettare all’umanità l’ultima ciambella di salvataggio, abbia autolesionisticamente complicato l’operazione andando a cacciarsi nel mezzo della disputa tra i francescani e il vescovo di Mostar – dice che la Vergine, pur potendo trovare soluzioni più comode, preferisce scegliere i luoghi dove Satana è più attivo (RM, 14. 01. 02). Ciò contraddice frontalmente quanto appena visto circa la Madonna che si lamenta di essere continuamente “pedinata” da Satana: sarebbe lei, allora, a inseguirlo, anziché esserne inseguita! Ma soprattutto va detto che vi è qualcosa di infantile in questo giocare a rimpiattino e a rincorrersi tra la Madonna e il Diavolo. Ancora una volta il profilo spirituale è alquanto basso. La stessa cosa dobbiamo dire di espressioni del tipo “La Madonna è furba, a lei non la fa nessuno” (sic: RM, 05.02.06; la furbizia consisterebbe nell’aver fatto proclamare Medjugorje santuario dalla Conferenza episcopale iugoslava, così che nessuno possa più vietare ai fedeli di recarvisi). Se pensiamo che dall’altra parte vi è nientemeno che “l’astutissima serpe”, vediamo che il dualismo e la lotta si ripresentano sotto il segno della scaltrezza. E l’uomo è preso in mezzo, conteso a colpi di furbate. Qui più che mai il profilo spirituale è basso; ma questo purtroppo non possiamo sbrigativamente addebitarlo alla trovata di un catechista desideroso di colorire il suo discorso, poiché nel libro di Giobbe la Scrittura stessa ci presenta una situazione assai simile. In generale, tutta la tematica di Medjugorje, in particolare nella presentazione che ne fa padre Livio, è all’insegna del dualismo Dio/Demonio, in una dimensione esasperatamente agonistica. S’intende che qui nel ruolo di Dio troviamo sempre Maria, la “donna” che ha schiacciato la testa al serpente e si presenta ora con la corona di dodici stelle simbolo di vittoria. “Gli eserciti sono ormai schierati”, ripete padre Livio riprendendo un’espressione di Romano Guardini; “siamo alla resa dei conti tra la Madonna e il Demonio”. E Maria stessa: “L’ora presente è l’ora di Satana” (15 [o 10?]. 02. 83); ma, nel medesimo tempo, s’intende che “questi sono i tempi di Maria”. Meraviglioso esempio di et-et, grazie al quale si può continuare a parlare per ore dicendo cose assolutamente inattaccabili, perché ad ogni obiezione ci si può rifugiare sull’altro versante. A volte, per accrescere pathos alla dimensione agonistica, la forza di Satana viene esaltata in modo addirittura ingenuo. Padre Livio ha letto in più occasioni un messaggio dato all’inizio di settembre del 2005 al gruppo di preghiera di Ivan (in internet non figura): “ ... pregate perché Satana vuole distruggere i miei piani e le vostre famiglie”. E sottolinea con sgomento che il Maligno non si limita a dire che vuole intralciare i piani di Maria, ma dice di volerli addirittura distruggere; e per di più vuole distruggere anche le famiglie. - Si tratta, come ognun vede, di un messaggio di una novità sconvolgente: chi avrebbe mai pensato che Satana (ora, tra l’altro, addirittura libero, senza catene) potesse voler distruggere le famiglie cristiane e mandare a vuoto i piani del Cielo? Chi avrebbe potuto immaginare in lui tanta perfidia? I limiti imposti da Dio Il potere del Demonio, comunque, in virtù della pregiudiziale monistica di cui si è detto all’inizio, è in effetti, ci si assicura, una “falsa forza”. Ciò perché: 1) Satana può operare solo entro i limiti fissati da Dio; 2) la sua forza in realtà non è se non quella che gli uomini stessi gli conferiscono cedendo troppo facilmente alle sue lusinghe. Qui sorgono alcuni interrogativi di non poco conto. Che Satana possa muoversi solo nello spazio concessogli da Dio esprime il principio paolino che Dio non permette che noi veniamo tentati al di sopra delle nostre forze (1 Cor 10, 13). Ma questa è un’affermazione che i fatti si incaricano regolarmente di smentire. In effetti, la tentazione risulta spesso superiore alle forze del potenziale peccatore. Abbiamo una situazione che si presenta speculare ma è nella sostanza analoga a quella delineata nelle “Provinciali” di Pascal, dove si parla di una “grazia sufficiente” che alla fin fine si rivela insufficiente: in ossequio al dogma dell’infinita misericordia di Dio, si afferma che egli dà a tutti grazie sufficienti per salvarsi; ma poiché non tutti si salvano, è indubbio che in alcuni casi tali grazie sufficienti non sono. Se si vuole sostenere che “in sé” lo sarebbero, e che è solo la colpevole mancata corrispondenza da parte dell’uomo a far sì che esse non producano la salvazione, si finisce per presupporre una “dose normale” di grazia che “dovrebbe bastare” a un “peccatore normale”; il che è precisamente l’opposto di quanto si intende quando si parla di grazia, manifestazione assolutamente libera, non prevedibile, non calcolabile, della benevolenza divina. Così è per la tentazione: l’uomo che pecca soccombe a una tentazione obiettivamente rivelatasi, alla resa dei conti, superiore alle sue forze. Pertanto, se non vogliamo pensare a una “capacità di resistenza” standard, uguale per tutti gli uomini, dovremo concludere che Dio ha sopravvalutato le forze di quel peccatore. Comunque sia, il fatto che senza Satana l’agire di Dio stesso risulta per il cristianesimo incomprensibile è confermato dai ripetuti “accordi” che intercorrono tra i due alle spalle e a spese dell’uomo. Paiono quasi trattative occulte fra servizi segreti deviati, in cui si arriva a collaborare col nemico istituzionale. Ovvero, possiamo paragonare Dio a un atleta che, pur potendo annientare l’avversario, evita di farlo perché in tal caso non potrebbe più attirare spettatori alle sue esibizioni, risultandone egli stesso daneggiato; perciò di tanto in tanto gli lascia vincere una partita, e in ogni caso procura di non stravincere, non perdendo occasione per sottolineare la sua forza. Un famoso “gentlemen’s agreement” tra Dio e Satana, vera propria scommessa sulla pelle dell’uomo, l’abbiamo, come si è accennato, nel libro di Giobbe; e ricompare nella visione di Leone XIII di cui è replica l’apparizione a Mirjana riferita nella lettera di padre Vlasic (v. “La lettera di padre Tomislav”). Difficile del resto non pensare a un “permesso” del genere rilasciato a Satana nel Paradiso Terrestre. Certo è che i due sfortunati progenitori, a differenza di Cappuccetto Rosso messa in guardia dalla mamma contro il lupo, non furono minimamente avvertiti dell’insidia mortale che li attendeva. Quanto poi alle motivazioni di tale comportamento da parte di Dio, l’apologetica esita a dichiarare apertamente che il Diavolo è necessario per far funzionare i meccanismi della fede, ossia che Dio ha bisogno di Satana. Si preferisce dire, come fa ad esempio padre Livio, che Egli ci ha dato anche il potere di sconfiggerlo; anzi, che vuole offrire all’uomo la possibilità di umiliare il Maligno respingendo le sue seduzioni e prendendosi così la rivincita della sconfitta dei progenitori. Non c’è dubbio che la stragrande maggioranza degli uomini farebbe volentieri a meno di tale onore e della prova di fiducia che esso presuppone. Inutile sottolineare poi quanto sia singolare il comportamento di un padre che, catechizzato bravamente il figlio contro i pericoli della droga, fa in modo che egli frequenti attivamente drogati e spacciatori per poterli “umiliare” con la “virtù” del rampollo addestrato a resistere alle loro profferte! Sarebbe comico se non fosse tragico. Stando così le cose, dire che la forza di Satana deriva unicamente dall’arrendevolezza dell’uomo alle sue lusinghe è chiaramente tautologico: mancando qualsiasi parametro oggettivo e definito per misurare la forza del tentatore e del tentato, ci si può sbizzarrire finché si vuole dicendo che l’uomo cede subito perché Satana è troppo forte oppure che Satana vince subito perché l’uomo è troppo debole. La causa e l’effetto si possono scambiare a piacimento, a seconda dello scopo che ci si prefigge: se si vuole dar più forza agli ammonimenti si dirà che Satana è fortissimo (oltre che astutissimo), se si vuole scagionare Dio dell’accusa di concedere al Diavolo troppa libertà si dirà invece che la forza di quest’ultimo non è che il riflesso della nostra colpevole debolezza. Resta comunque assodato che, anche posto che sia tale debolezza a rendere per così dire “operativa” la forza del Demonio, è pur sempre Dio a stabilire i limiti entro cui essa può manifestarsi. E qui appare assai difficile dar torto a quegli ascoltatori di Radio Maria che esprimono tutta la loro perplessità per il fatto che, secondo quanto ha rivelato la Madonna di Medjugorje il giorno di Capodanno del 2001, “adesso … Satana è sciolto dalle catene”. Ha un bel dire padre Livio che “anche quando è sciolto dalle catene Satana ha un potere limitato”: nell’economia della metafora la mancanza di catena non può significare altro che una completa rinuncia al controllo da parte di Dio. Normalmente Dio fissa i limiti dell’operare del Maligno proprio regolando la lunghezza della catena che lo tiene legato, ossia, fuor di metafora, fissando la massima durata e intensità della tentazione (è appunto in questo modo che può impedirgli di tentarci “al di sopra delle nostre forze”); sicché chi abbia l’accortezza di tenersi a debita distanza può sentirsi ragionevolmente sicuro di sfuggire alle sue grinfie. Ma se oggi Satana è slegato, non si salva più nessuno, se non a prezzo di un durissimo combattimento spirituale, quali pare ne affrontasse ad esempio padre Pio: scene epiche da santi a ventiquattro carati, e dunque fuori della portata dei comuni mortali. Naturalmente, secondo la regola apologetica appena vista, si dirà che Satana è slegato perché l’odio regna nel mondo, ovvero che l’odio regna nel mondo perché Satana è slegato, e via dicendo. Ma è chiaro che la corresponsabilità di Dio in questo libero scorrazzare luciferino appare difficilmente contestabile. Un po’ di cronologia A questo punto si pone poi un altro problema, che mette ulteriormente in crisi la demonologia elaborata dai fautori di Medjugorje sulla base delle indicazioni fornite dalla Madonna: il problema di ricostruire la cronistoria del regime di “libertà vigilata” goduto da Satana. Sorgono cioè spontanee domande di questo genere: È questa la prima volta nella storia del mondo che il Diavolo è slegato? Se sì, dobbiamo dedurre che era debitamente legato ad esempio al tempo delle streghe, o quando si scatenava la furia di Hitler e di Stalin? E soprattutto: come si concilia la “slegatura” avvenuta or ora con la libertà straordinaria precedentemente concessa da Dio a Satana “per un secolo”, secolo che secondo la Madonna (vedi la citata lettera di padre Tomislav), così come secondo Leone XIII, “stava per finire” nel 1983, tanto che Satana già cominciava a “perdere il suo potere”? In altre parole: scaduto quel periodo, era ragionevole attendersi un ritorno di Satana a più miti consigli; e invece ora ce lo ritroviamo addirittura sciolto dalle catene! È veramente difficile capirci qualcosa: spia del fatto che rispetto al progetto originario di divulgazione dei segreti vi è stato un ritardo (ossia un aggiustamento) di oltre vent’anni. Del resto, la lettera di padre Tomislav viene smentita anche su un altro punto: una volta realizzati i segreti, diceva in essa la Madonna, il potere di Satana “sarà distrutto” (così anche nel messaggio del 14.04.82). Ma questa affermazione “non ritorna più nei messaggi successivi” (AS 216); e ogni volta che un’ascoltatrice azzarda la previsione di “una vita paradisiaca” dopo il compimento dei segreti stessi, padre Livio raffredda i suoi entusiasmi dicendo che non solo vi saranno ancora, ovviamente, vecchiaia malattia e morte, ma perdurerà anche l’azione di Satana, per quanto “meno forte di oggi” (per la verità ci vuol poco: se oggi è addirittura slegato …). Per di più, se ancora fosse necessario per rendere totale la confusione, basterebbe ricordare quel che, incredibilmente, la Madonna stessa ha dichiarato il 10 febbraio 1983: “È giunta l’ora in cui a Satana è consentito di agire con tutte le sue forze e la sua potenza. L’ora presente è l’ora di Satana!”. Se questo non equivale in tutto e per tutto ad “essere sciolto dalle catene”, allora le parole non significano più nulla: “agire con tutte le sue forze e la sua potenza” indica indiscutibilmente un massimo non superabile della possibilità di azione del Maligno. Sicché dovremmo concludere che Satana in effetti era già slegato, ossia completamente libero di agire, diciotto anni prima della “sensazionale” rivelazione del Capodanno 2001, che quindi viene di fatto svuotata di ogni significato, per non dire ridicolizzata. Del resto, il messaggio del febbraio ’83 è in flagrante contrasto con la lettera di padre Tomislav (dicembre ’83), che a sua volta riportava pari pari un messaggio del 14 aprile 1982. Ma c’è di più: secondo l’autorevole Faricy, citato dal non meno autorevole Laurentin (VAM 110), lo stesso 10 febbraio 1983 in cui la Madonna recapitava lo sconvolgente messaggio appena citato, Mirijana confidava a padre Tomislav esattamente il contrario: precisando il messaggio dell’aprile ’82, puntualizzava che “Dio ha permesso al demonio di prendersi un secolo per governare il mondo e ha solo il secolo XX. E questo tempo è arrivato”. Mentre ora risulta addirittura che sia stato completamente slegato proprio all’inizio del secolo XXI! Morale: qualunque cosa faccia Satana (meglio: qualunque cosa ci piaccia immaginare circa Satana), si potrà sempre affermare che la Madonna l’aveva predetto. Se poi pensiamo che Caterina Emmerick riferisce di aver saputo nel suo viaggio all’inferno che Satana avrebbe goduto di grande libertà intorno alla metà del XX secolo, possiamo dire che ve n’è veramente per tutti i gusti, sicché ognuno può farsi il proprio calendario personalizzato per gestire come meglio gli aggrada la libertà d’azione del Demonio. Per dare un minimo di serietà alla cosa, proponiamo che il calendario preciso delle slegature e ri-legature di Satana si possa leggere nel sito internet del Vaticano. La salvezza negli amuleti Come aiuto contro gli attacchi del tentatore, la Madonna consiglia ai fedeli di portare su di sé degli oggetti sacri, quali crocifissi e medagliette: “Portateli come segno per Satana che siete miei”. Ridicolo: Satana, profondissimo conoscitore delle anime, delle quali si afferma che sia in grado di sfruttare tutti i punti deboli, si ridurrebbe a decidere se uno è di Maria solo sulla base del distintivo esteriore che porta! E d’altra parte sappiamo che tanti santi, a cominciare da padre Pio, sono stati attaccati con straordinaria violenza dal Maligno. Eppure avranno portato su di sé un crocefisso; e se anche così non fosse stato, l’abito che vestivano e magari il fatto di vivere in convento non erano segni sufficienti per far capire a Satana che non si trattava di prede riservate a lui? Qui il profilo spirituale è bassissimo. Si ricorre alla funzione apotropaica dell’amuleto. Le motivazioni di Satana Resta ancora un problema da toccare per chiarire la posizione e il ruolo di Satana quali vengono prospettati nei messaggi di Medjugorje. È un tema di enorme portata, che qui possiamo solo sfiorare. Si tratta delle motivazioni che spingerebbero il Demonio a cercare di “distruggere non solo la vita umana ma anche la natura e il pianeta” su cui gli uomini vivono (25. 01. 1991). Satana, spiega padre Livio, vuole scatenare una guerra generalizzata su scala planetaria perché la guerra genera odio, e così egli può “papparsi” (sic) tutte le anime. Già. Ma anche uno scolaretto di catechismo sa che quando la vita umana sarà scomparsa dalla Terra non giungerà più neppure un’anima all’inferno, e Lucifero stesso sarà chiuso per sempre nello stagno di fuoco e zolfo. Com’è dunque possibile che egli si sforzi di affrettare questo momento? Sarebbe un comportamento follemente autolesionistico. A meno che non si voglia pensare che Satana ignori tutto questo e si tiri così la zappa sui piedi. Ma perché ciò avvenga occorre che egli sia all’oscuro non solo dei progetti di Dio e dei pensieri degli uomini, come ci assicura la teologia, ma addirittura di quel che chiunque può leggere nel Catechismo della Chiesa Cattolica e che Radio Maria ci ripropone quotidianamente; nel qual caso dobbiamo ritenerlo cieco, sordo e analfabeta, ossia in condizioni di assoluta impotenza. Altro che “astutissima serpe”! Si materializza proprio quella figura di “povero diavolo” contro la cui ingannevole seduzione padre Livio non si stanca di mettere in guardia.* Basti questo per mostrare quanto sia fitto il groviglio di contraddizioni generato dall’ingenua raffigurazione dei piani e del ruolo di Satana contenuta nei messaggi di Medjugorje. * Del resto, una contraddizione analoga la troviamo nell’atteggiamento attribuito a Satana di fronte alla Redenzione: pur avendo ripetutamente sentito Gesù proclamare la necessità della propria morte come premessa dell’universale riscatto dal peccato, egli “entra in Giuda” per propiziare proprio tale evento; salvo poi, con atteggiamento del tutto incoerente, tentare Cristo nel Getsemani perché si sottragga al sacrificio.
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